I cicloturisti italiani nell’anno in corso potrebbero superare per numero quelli del 2019, totalizzando 25,9 milioni di pernottamenti nelle strutture italiane, contro i 20,5 dell’anno passato, con un saldo positivo del 26 per cento. Nel 2019 i turisti a pedali sono stati circa 55 milioni, pari al 61 per cento degli arrivi totali, e hanno speso complessivamente 4,7 per cento, pari al 5,6 per cento del totale, di cui 3 però generate dai flussi internazionali. La spesa media giornaliera procapite del cicloturista si attesta sul 75 euro. Purtroppo, i due terzi del movimento arrivava dall’estero, e su quel fronte le prospettive restano tutt’altro che rosee, però il probabile contributo dall’interno – che sembrava tutt’altro che scontato – fonda su due considerazioni: il fatto stesso che sino ad ora quasi nessuno è partito, e i 500 euro di contributo che gli italiani dovrebbero ottenere per l’acquisto di biciclette. Il tutto, tra l’altro, permetterà di recuperare quote in alcune aree poco frequentate del Belpaese, specie all’interno. Quello che lo studio prospetta, è un considerevole trend di brevi soggiorni autunnali – di 2-3 giorni – capace di alleviare criticità di numeri e di bilancio.

Il cicloturismo può essere una componente importante per sostenere la ripresa del turismo e per fruire delle bellezze dei territori italiani all’insegna dell’Ambiente e della Sostenibilità: esprime i caratteri distintivi della Low Touch Economy – sicurezza, salute, distanziamento, corto raggio. Diventa un candidato d’eccellenza alle esigenze di “nuova normalità” per il superamento dell’emergenza coronavirus. I dati relativi al 2019 indicano che il movimento predilige il corto raggio: i cicloturisti – spiega il rapporto – tendono a muoversi nella stessa area di residenza o, al più, in quelle limitrofe; i turisti in bicicletta in Lombardia ed Emilia-Romagna prediligono destinazioni di prossimità, mentre veneti e toscani arrivano a spingersi a Sud raggiungendo Sicilia e Calabria. Per quanto riguarda i turisti internazionali, tedeschi ed austriaci si concentrano in Trentino, i francesi si distribuiscono più o meno equamente tra Lombardia, Trentino e Sardegna (che è il terzo mercato di riferimento anche dei britannici).
Il Trentino-Alto Adige è la regione che da sola intercetta la fetta più consistente (30% del totale) dell’intero flusso mentre le ciclovie più gettonate sono Trieste – Lignano Sabbiadoro -Venezia (43%), Ciclovia del Garda (43%), Ciclovia Tirrenica “Liguria-Toscana-Lazio” (29%), Ciclovia Adriatica (29%) e Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (29%).